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Se scavi sotto pelle

Se scavi sotto pelle

Il marabù vive tra i rifiuti che la natura lascia, divorandoli. Peppino, il nano tassidermista, i rifiuti animali li trasforma in vere e proprie opere d’arte. È capace d’imbalsamare di tutto, toporagni minuscoli e perfino cadaveri umani (riempiendoli di eroina per la camorra). Entrambi giocano sporco ma in maniera diversa. L’animale dall’occhio vacuo e spietato osserva Valerio, il bellissimo ragazzo appena giunto allo zoo, tana del rapace e base dell’imbalsamatore. Peppino invece è più ambiguo, si attorciglia intorno alle reti, per non farsi vedere e concupisce Valerio, di nascosto.
Lo sguardo s’incanta, bestia e nano-umano incrociano i loro desideri. Peppino vuole fare suo il ragazzo, imbalsamarlo e dargli nuova foggia, slancio vitale. Il marabù invece assapora già il suo rifiuto, ancora per poco vivo, ha fame. In questa inquadratura, a inizio film, si sentono quasi le papille gustative che vacillano e il becco tagliente come una ghigliottina pronto a spalancarsi per ingoiarlo.
Valerio non è esattamente un rifiuto. È piuttosto un cameriere insoddisfatto del suo lavoro e della sua vita. Circondato dal grigiore di un interland napoletano che lascia soffocati e inerti, tra i palazzi spettrali del “Villaggio Coppola”, in un’atmosfera rarefatta, quasi metafisica, il giovane è preda delle sue incertezze.

Allora Peppino apre la pancia a Valerio, pronto a farcirlo del suo lavoro e del suo amore. E Valerio si lascia sventrare.

Di fronte a quel ragazzo, procede con l’opera: lo seduce. Compensa la parte deforme di sé, riempiendo Valerio con la sua parte migliore fatta di saggezza e apertura mentale. Lo porta a vivere con sé, lo fa diventare la sua famiglia e lo introduce nei meandri della sua esistenza e della sua arte macabra, fatte di alacrità diurna e libertinaggio notturno.

Il torace di Valerio è gonfio quasi al punto giusto. Si sta innamorando.

Poi un incontro e la storia parte per la tangente.
A Cremona, una splendida ragazza dalla bocca rifatta ingabbia Valerio con la sua prorompente bellezza, sconvolgendo gli equilibri di coppia con Peppino. Insieme cercano compromessi per un improbabile “triangolo” ma alla fine, sono i sogni diversi, i desideri, le pulsioni segrete a spezzare le armonie sentimentali. I due giovani si nascondono nelle brume di una città nel nord Italia. L’amore di Peppino lo trascina fino a Valerio per tentare il tutto per tutto. Inutilmente.
Nel tentativo di normalizzare il comune male di vivere, i protagonisti, già naufraghi dei loro stessi istinti, perdono definitivamente quel filo che li aveva accomunati nelle separate vicende amorose.
Un melodramma, prima che un noir, in cui non è il cinismo a saccheggiare il senso delle azioni dei protagonisti, ma è la ricerca fino all’ultimo di un desiderio, di un amore sincero a guidarli.

“Presentato con vivace successo a Cannes alla Quinzaine des Realizateurs, non si limita a confermare le qualità d’occhio e indagine dei precedenti film del regista italiano (come “Terra di mezzo” e “Estate romana”); ma libera sensazioni dense e allusive intorno ad un intreccio di attraente invenzione. Lontanamente ispirato ad un fatto di cronaca (a Roma, qualche anno fa, un giovane uccise un nano sostenendo di essere stato da questo plagiato); è un film da non perdere per chiunque creda ancora che in Italia si possano fare film, non solo fiction con attori e sceneggiature imbalsamati.” (Mario Sesti)

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