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cultura dell'immagine e della parola

Piacere di celluloide

La pellicola è una raccolta di brevi film pornografici che venivano proiettati nei primi anni del secolo scorso, il più recente è del ’25, nei bordelli per intrattenere i clienti prima di passare a più piacevole occupazione. Pornografici e non erotici, sottolineo, perché nulla, proprio nulla è lasciato all’immaginazione. Ce n’è per tutti i gusti: studentesse ninfomani, una Madama Butterfly bisessuale, un moschettiere donnaiolo e, per finire in gloria, suore che si soddisfano con un simpatico cagnolino bianco. Sia registi che interpreti sono anonimi ci avvertono, con una nota malinconica, gli autori, ma l’impressione è che non abbiano nulla da invidiare a Rocco Siffredi e compagni. Le didascalie originali sono di goliardica e sfacciata volgarità. E’ evidente che il voyerismo è un elemento insito nel DNA del cinema, anche se va tenuto nascosto, non merita una storia. Eppure questo cinema rimane sempre presente, anche se pressoché invisibile, come se fosse il lato oscuro della luna. Forse con uno sguardo un po’ romantico non si può evitare di avvertire in queste immagini una sorta di vitalità. Il culmine è indubbiamente raggiunto con l’ultimo film, un cartone animato veramente senza ritegno.
E adesso chi avrà più il coraggio di diffondere la menzogna che “Gola profonda”, realizzato negli anni settanta, è stato il primo porno della storia del cinema?

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