Denti
Faccio zapping con il telecomando ma non trovo più le pubblicità che ricordavo. Semplicemente perché non esistono più quegli spot di dentifrici e collutori dove facevano bella mostra denti bianchi appena usciti da latterie, o dove l’invidia per quel colore così attivo ti faceva cercare il prodotto migliore.
Ricordo poi l’avvento del “blanx”, grande novità che dava risalto alla lucentezza dei propri denti come un grosso diamante appeso al collo in una serata importante. Però i prodotti fondamentali hanno sempre un difetto: senti infatti la gente che in tram ha saputo che fa male il fluoro, e che è meglio non comprare “quelle cose lì”. Il dente perfetto ha sempre una difficile strada da percorrere, come il fisico e come qualsiasi cosa che vogliamo mantenere a certi livelli. Ben vengano allora sedute massacranti in palestra, o risciacqui cancerogeni davanti allo specchio. La regola è: tutto deve sembrare facile e comodo. Ma in realtà anche il compressore per migliorare i pettorali è molto faticoso.
Personalmente ho sempre avuto la mania dei denti sani e perfetti. Ho sempre odiato la ragazza del Mentadent che morde la mela verde, poi si gira e i denti sono perfetti, bianchi, neanche il pezzettino di pelle verde della vergogna tra il canino e un incisivo.
Un’armatura espugnabile.
Faccio ancora zapping con il telecomando e trovo una pubblicità di un colluttorio o di uno spazzolino nuova generazione con doppia e tripla velocità. Vedo solo che al posto di una normalissima ragazza dagli occhi azzurri con una mela in mano, compare tale donna vestita molto bene in un improbabile vestito nero. In mano ha sicuramente del sushi e il party è proprio esclusivo. Tutti vorrebbero essere lì. Se poi si aggiunge che un uomo in frac la guarda e le dice con gli occhi “sei mia”, allora siamo proprio al limite dell’invidia.
Ma ha un problema: «avrò i denti puliti?» (tralasciamo la domanda inutile!) Si fa coraggio e spalanca la sua bianca armatura rivelando un sorriso perfetto. Ma ecco che distruttivo l’uomo fa una faccia non vogliosa e audace. Perché? una zoomata entra nella sua bocca e si vede che permane ahimè un po’ di tartaro dietro ai denti… una parabola evangelica? mai guardare l’aspetto esteriore? non lo so, so che andrò a comprare quel prodotto, perché non voglio un bell’ esercito, se poi ha solo una fila.
E continua la mia mania dei denti. Saranno perfetti? saranno bianchi come quelli della ragazza-Mentadent.
Forse è meglio fare come Bjork in Army of me, dove i denti diventano di metallo e si muovono come tagliola diventando quasi un luogo difficile da penetrare, una gabbia personale a destinazione inesplorabile.
Denti che possono essere camuffati da gengive argentee nel video Istantanee dei Subsonica, denti che diventano oggetto estetico per il cantante del Prodigy (li ha ricoperti da capsule d’argento); denti che vengono impreziositi da rubini o diamanti, denti diventano simboli di generazioni passate. Madonna, infatti, fa ammirare il suo dente d’oro in Deeper and deeper, ricamato con “D” come Dita, un’attrice del passato.
Salvatores invece nel suo film, Denti appunto, ne ricava un approccio più simbolico e sensoriale. L’incontro dei tre dentisti che cercano di penetrare nella bocca di Sergio Rubini rappresentano il ricordo dei tre simboli del protagonista.[img4]
Il primo dentista, pacato e pulito rappresenta l’amante, il secondo la moglie, mentre il terzo (Paolo Villaggio); in uno studio che ricorda un bosco, la madre.
I denti, quindi, hanno un senso, ci ricordano delle sensazioni, ma sono soprattutto la nostra parte più nuda, impossibile da nascondere, quella parte di scheletro che non riusciamo a occultare.
Apro le mie fauci e vedo il mio scheletro solo in una tomba, bianco e duro ma senza la morbidezza degli occhi. Allora forse è meglio far capire com’é pulito il mio scheletro ora, perché anche la mia morte sia un pò più candida.
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ponti ::