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I volti dell’amore

I volti dell'amore

L’ amore, con tutte le sue implicazioni e i suoi volti, sembra essere il vero motore dell’ azione, l’ energia che muove i corpi e li fa agire in questa commedia “agrodolce” scritta, girata e recitata bene.
La Comencini è brava nel gestire e dipanare le storie ad incastro dei componenti della famiglia, nel portare avanti più discorsi contemporaneamente senza mai essere schematica e banale, nel costruire i suoi personaggi con pochi tratti ma decisi e a tutto ciò aggiungere momenti da pura commedia. Anzi capita spesso, nel film, che rivelazioni o scoperte drammatiche avvengano in situazioni quotidiane, leggere: vedi il pranzo in casa della madre dove esplodono tutte le tensioni e le incomprensioni.
Questo tono da commedia, che tende a smorzare il tono drammatico di fondo, giova alla qualità narrativa del film che non annoia mai e ci guida con piacere all’ interno di questo universo umano senza mai dare l’ impressione di un giudzio moralistico, un vezzo o una tentazione a cui spesso i nostri registi non sanno sottrarsi. Un universo umano che copre quattro generazioni e altrettanti, anzi di più, modi di intendere i rapporti umani, forse bisognerebbe dire rapporti di coppia: la madre, legata ancora alla figura della moglie fedele e angelo del focolare con cui però dovrà fare i conti; le figlie, più libere e disinibite ma non per questo più felici e sicure; il figlio omosessuale, un uomo che cerca di trovare la sua identità autonoma e costruirsi una vita indipendente; gli adolescenti, alle prese con le paure e gli entusiasmi che provocano l’ inesperienza e la scoperta; infine, la bambina, a cui si riferisce il titolo del film (il giorno della sua comunione) portatrice di una visone innocente e quasi “metafisica” del mondo e dei rapporti.
Insomma, un film di “qualità”, piacevole ma non per questo assolutamnete scontato e superficiale che sa affrontare argomenti delicati e importanti (il sesso, l’omosessaulità…) nei loro aspetti più veri e interiori, senza mai scadere nell’ appariscenza forzata, nella volgarità e nei luoghi comuni, come capita ormai di norma al giorno d’ oggi nel cinema e nel mondo dello spettacolo (senza fare nomi…).

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