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Quello che credono gli altri

Quello che credono gli altri

Veber si dimostra ancora una volta un regista con stile, contrassegnato da quel garbo tutto francese con cui tratta gli argomenti più complessi, come, in questo caso, il tema della diversità. In platea ci si trova a ridere per battute anche amare e senza dubbio provocatorie, senza per questo minimamente provare fastidio. Il tutto condito con ironia e intelligenza.
La riflessione ruota su come gli altri ci vedono e come noi stessi ci vediamo in rapporto all’opinione del prossimo. Quanto importa lo sguardo dell’altro, ciò che pensa di noi? Ha influenza su quello che siamo? E gli altri cambiano a seconda di come ci considerano? Per quanto risulta da questo film, le risposte sono tutte affermative, visto che giocando d’astuzia Pignon cambia la sua vita facendo perno proprio su queste dinamiche. E’ esilarante vedere trasformarsi il macho, burbero, rozzo collega Santini (Depardieu); in un sensibile e fragile sentimentale.
La cosa più interessante è che, quando il vicino lo convince a spacciarsi per omosessuale in ufficio (in modo da obbligarli a non licenziarlo per non essere “politicamente scorretti”); Pignon non cambia atteggiamento, anzi prosegue ad essere quello che è sempre stato: grigio, insulso e fallito. A cambiare sarà l’opinione degli altri, come lo guarderanno. La trama sarà poi ricca di ribaltamenti, casi e fraintendimenti che muteranno le situazioni con un ritmo impeccabile, verso una conclusione positiva. Quasi come in una commedia di Goldoni o di Shakespeare, ritroviamo i meccanismi del comico e i personaggi tipici che innescano la vicenda: l’ottuso Santini, il personaggio che trama e complica l’intreccio (Guillaume) e quello positivo che risolve (il vicino di casa ex-psicologo).
Il protagonista di questa storia diveterà un eroe molto particolare: della categoria degli inetti, un inetto col coraggio di essere quello che è, che cerca di farsi conoscere e amare senza vergogna di se stesso. Riuscirà a migliorarsi seguendo la via della coerenza, facendosi finalmente apprezzare e rispettare. Bellissima la battuta di Pignon che dice: “Non sono mai stato così uomo da quando passo per un gay!”

Fa sorridere con un mezzo sorriso, invece, quello che dice l’amico vicino di casa al nostro Pignon: ”Come sono cambiati i tempi. Io ho perso il mio lavoro per lo stesso motivo per cui ora hanno deciso di riassumerla”.

Filmografia: Da notare il dolcissimo “In fuga per tre” (Three Fugitives) (1988) e l’intramontabile “Vizietto” (La cage aux folles) (1978); di cui fece la sceneggiatura. Nel 1998 è uscita la pluripremiata “La cena dei cretini”.

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