Piste Noir
Non è mai piacevole arrivare a festival iniziato. Si sono già formate delle compagini compatte tra gli habituèe, sono già nati dei tormentoni tra gli addetti ai lavori, i posti in sala sono già stati opzionati, ma soprattutto si rischia di aver già perso i film migliori. E così l’arrivo ieri Noir Film Festival di Courmayeur, iniziato lo scorso 5 dicembre, si apre sotto i più cattivi auspici.
Ma come sempre da queste parti, l’accoglienza è delle migliori: sole caldo, poca neve, pubblico numeroso e racconti di buoni film (Bernie, Switch) e di qualche delusione (A Yakuza’s Daughter Never Dies). Il pubblico accorre e il Palanoir è il luogo dove smaltire una sciata con un ultimo brivido, prima di una polenta fumante.
Ma la giornata di ieri ha proposto sopratutto discese libere verso l’ignoto dell’anima: Martha Marcy May Marlene è un’introspezione al femminile, tutta sundanciana, nell’anima di una ragazza ferita nel profondo, We Need to Talk About Kevin ci porta nel rosso di una mente malata e nel confronto con una madre indecisa, mentre Don’t Be Afraid of the Dark è un horror fantasy prodotto da Guillermo Del Toro dove una bambina è “richiesta” da orribili creature che vivono nel seminterrato di una casa.
Ottima fattura visiva, tre figure materne a confronto (una assente, una disfunzionale, una acquisita e sacrificale), grandi interpretazioni (Elizabeth Olsen, Tilda Swinton e pure Kathy Holmes), ma nel caso di Martha e Kevin, che per le intenzioni dovevano essere discese da pista nera, si resta sulle piste baby. Le migliori intenzioni, ma l’atmosfera sundanciana spinta per Martha e il disastro etico e patinato di Kevin, distruggono qualunque assunto. Diverso discorso per Don’t Be Afraid of the Dark che funziona nel suo essere un “semplice” horror di genere.
Si aspettano giornate di neve migliore, ma non disperiamo: salire sulla funivia in corsa ha comunque un suo fascino e il meglio del nero deve ancora arrivare.
A cura di Sara Sagrati
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